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Rendimenti bond: le parole di Powell spaventano i mercati

05 mar 2021 - 12:17

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Jerome Powell non è riuscito a rassicurare i mercati riguardo le minacce inflazionistiche e la risalita dei tassi. Bersagliati ancora i titoli tecnologici a Wall Street

La trepidante attesa per le parole di Jerome Powell nella giornata di ieri ha tenuto i mercati finanziari con il fiato sospeso. Vista la reazione successiva forse vi è un po' di delusione da quanto proferito dal numero uno della Federal Reserve. Il banchiere centrale ha riconosciuto la possibilità che ci sia un aumento dell'inflazione nei prossimi mesi, ma ha anche sottolineato che non ci sono al momento motivi sufficienti per un rialzo dei tassi.

Il tono forse non troppo deciso è bastato per affondare ancora una volta i titoli tecnologici al NASDAQ, i quali soffrono terribilmente l'eventualità di una crescita dei rendimenti obbligazionari. I tassi puntualmente sono ripresi a risalire subito dopo le parole di Powell, alterando l'umore degli investitori. Questi ultimi in questo momento si trovano di fronte al bivio se puntare ancora sulle azioni legate alla crescita o stare alla finestra nell'attesa che la situazione si rassereni.

 

Rendimenti in rialzo: cosa significa per l'economia e per i mercati

Ma perché fanno cosi paura i rendimenti dei bond? Quando la curva dei tassi si inclina verso l'alto nelle scadenze più lunghe, gli investitori maturano prospettive di aumento del costo del denaro da parte delle Banche centrali. Di conseguenza quei titoli che producono maggiori flussi a scadenze future vengono penalizzati, scontando tassi più alti. Questo succede in particolare per le società growth ed è questa la ragione per cui gli operatori stanno smobilizzando le azioni in portafoglio.

Rendimenti più elevati significa anche che finanziare gli investimenti diventa più oneroso e ciò potrebbe mettere un freno alla crescita economica, soprattutto in un contesto in cui le attese sono per una ripresa delle attività. E poi vi è sempre il riflesso dell'inflazione.

Con i prezzi che vanno fuori controllo, o comunque al di là di un livello tale da essere considerato salutare, l'economia rischia di andare in sofferenza attraverso la variabile consumi. I consumatori infatti vedrebbero inevitabilmente ridursi il proprio potere d'acquisto, a parità di salari. Pertanto la leva della domanda verrebbe limitata mettendo in crisi tutto il sistema produttivo. Tutto questo inesorabilmente si rigetterebbe nei mercati azionari che non troverebbero più il sostegno delle politiche monetarie ultra espansive.

In questo momento i mercati dei derivati stanno scontando tre aumenti dei tassi da parte della FED, secondo Goldman Sachs. Il primo aumento dovrebbe arrivare all'inizio del 2023, essendo che con ogni probabilità Jerome Powell manterrà fede all'impegno di non toccare il tasso ufficiale di sconto prima di quella data. Nel corso dello stesso anno arriveranno altri due aggiustamenti, nella speranza che nel frattempo l'economia statunitense abbia ripreso a correre.

A giudizio della banca d'affari USA, gli investitori potrebbero essere orientati verso le obbligazioni con rendimenti reali più alti sacrificando le azioni, come avvenne dopo il tapering del maggio 2013. Sulla tempistica però ancora vi sono delle incertezze, dal momento in cui i tassi reali dei Treasury Bond a 10 anni sono ancora ampiamente in territorio negativo.

Tuttavia, questo movimento non dovrebbe essere di lunga durata, in quanto potrebbe verificarsi quello che avvenne agli inizi degli anni '90 quando i mercati obbligazionari scontarono una fiammata inflazionistica e poi lasciarono il posto alla ripresa degli investimenti azionari.

 

Rendimenti in rialzo: cosa fanno le altre Banche centrali

Di fronte alle proiezioni inflattive e al conseguente lievitare dei rendimenti, la Bank of Japan cerca di rassicurare i mercati invocando il mantenimento della stabilità della curva dei tassi, visto che la pandemia è ancora presente e sta colpendo l'economia giapponese.

Sulla risalita dei tassi dei titoli di Stato americani, Haruhiko Kuroda ha posto l'accetto sul fatto che i rendimenti riflettono le speranze di una ripresa economica, quindi andrebbero anche visti in chiave positiva. Allo stato attuale il Governatore non ha minimamente messo in dubbio il ritiro prematuro del sostegno da parte degli altri istituti centrali, data la situazione ancora emergenziale.

Grandi attese ci saranno per la riunione del Consiglio Direttivo della BCE. Gli opinionisti si aspettano parole forti da parte di Christine Lagarde, ma soprattutto che verrà incrementato ed esteso nel tempo il piano di acquisto di asset di emergenza per contrastare l'aumento dei rendimenti dei bond. Le attese sono che il programma di 1.850 miliardi di euro arrivi oltre l'attuale data di fine marzo 2022.

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