Yen: ecco perché neanche la BoJ può far molto per arrestare la caduta | Investire.biz

Yen: ecco perché neanche la BoJ può far molto per arrestare la caduta

26 apr 2024 - 07:00

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Lo yen ai minimi storici sul dollaro USA è un grande problema per le autorità giapponesi. Ecco perché nel breve termine ci sono poche speranze di ripresa

Le minacce verbali attuate fino ad ora dal governo giapponese per un intervento sui mercati valutari diretto a rafforzare lo yen non hanno sortito alcun effetto. La moneta giapponese si conferma ai minimi da 34 anni sul dollaro USA e non si vede a breve come possa invertire la rotta. Le autorità nipponiche sono pronte ad azionare una potenza di fuoco addirittura superiore a quella messa in campo un anno e mezzo fa, quando con due mosse, a settembre e ottobre 2022,  acquistarono qualcosa come 9.000 miliardi di yen, corrispondenti a circa 60 miliardi di dollari. All'epoca assistemmo ad un lieve rimbalzo nel breve termine, che era arrivata a superare 150 per dollaro, ma alla lunga la divisa continuò a indebolirsi. Ora, dopo aver superato quota 155, il cambio sta sollevando preoccupazioni più intense.
 
La scorsa settimana c'è stato un incontro trilaterale tra i ministri delle Finanze di Giappone, USA e Corea del Sud, i quali hanno concordato di monitorare da vicino e con grande attenzione l'evolversi dei cambi per apprestarsi eventualmente a un intervento congiunto. Tuttavia, la sensazione è che una mossa di questo tipo, anche corposa, non scalfirebbe più di tanto un mercato dei cambi da 7.500 miliardi di dollari. "L'intervento aiuterebbe sicuramente a rimuovere il posizionamento speculativo a breve termine", ha detto Nathan Swami, capo dell'attività di trading sul Forex per l'area Asia-Pacifico di Citigroup, "ma potrebbe non cambiare radicalmente il percorso della valuta. Come abbiamo visto negli ultimi cicli di interventi di settembre e ottobre 2022, lo yen si è rafforzato in modo significativo subito dopo l'intervento, ma potrebbe aver fornito ai ribassisti dello yen a lungo termine migliori livelli di ingresso per rientrare".
 
 

Yen: la BoJ può fare poco nel breve termine

Le speranze di una resurrezione dello yen sono quindi tutte riposte sulle politiche monetarie delle Banche centrali. Questa mattina la Bank of Japan si è riunita per la periodica seduta di politica monetaria in cui decide sui tassi di interesse: anche se il governatore Kazuo Ueda ha recentemente lasciato aperta la possibilità di almeno un altro aumento dei tassi di interesse prima della fine dell'anno, lo yen non sembrerebbe in grado di risollevarsi.
 
La moneta del Sol Levante continua a essere quella di riferimento per le operazioni di carry trade, una pratica in cui i trader prendono in prestito una valuta a basso rendimento per investire in un'altra che garantisce un ritorno maggiore. Lo spread di rendimento tra il dollaro USA e lo yen è ancora sui 5 punti percentuali e sarà necessario molto tempo per far sì che torni ad un livello tendenzialmente neutrale. Giocoforza, il carry trade che ha ad oggetto il biglietto verde e lo yen perdurerà a essere conveniente, con il conseguente rafforzamento del cambio USD/JPY.
 
"Nel breve termine, l'aumento dei tassi ufficiali della BoJ potrebbe non fare una differenza sostanziale per lo yen, attualmente guidato maggiormente dai tassi statunitensi e dal differenziale di rendimento, che è significativo", ha affermato Swami di Citi. Il punto è che, non è solo la BoJ a essere reticente ad alzare i tassi, ma vi è anche una Federal Reserve riluttante ad abbassarli. Negli Stati Uniti, l'economia scoppia di salute mentre l'inflazione è tornata a farsi viva. Non esistono quindi condizioni ragionevoli perché la Banca centrale a stelle e strisce si muova con troppa fretta. Ormai a giugno è da escludere che la Fed abbassi il costo del denaro; se non vi saranno sorprese sul fronte inflazionistico e del mercato del lavoro, probabilmente se ne riparlerà in autunno.
 
Durante questo lasso di tempo è logico pensare che il dollaro sarà sostenuto dagli acquisti degli investitori, che non guardano per giunta solo al rendimento ma anche alla validità della moneta come bene rifugio di fronte alle numerose incertezze economiche e geopolitiche. "Potrebbe volerci un po' di tempo prima che la BoJ normalizzi completamente la politica monetaria e questo dovrebbe iniziare a contribuire a rafforzare lo yen, ma la domanda chiave è cosa farà la Fed nel frattempo", ha detto Swami.
 
 
 
 

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